LIVORNO – Al Teatro Enzina Conte (via del Pallone, 2) è andato in scena un interessante omaggio ad Alda Merini a ormai quindici anni dalla scomparsa della Poetessa oggi conosciuta in tutta Italia. Titolo dello spettacolo, prodotto da APS Anna Magnani – Roma, “Un caffè con Alda Merini – L’inizio della storia”.
In esso l’autrice Margherita Caravello, che ne è anche l’interprete principale, pone l’accento su un’Alda Merini raccontata in prospettiva inedita, quella che la vede vivere esperienze non proprio piacevoli in piena giovinezza, ben prima dei giusti riconoscimenti e della fama.
“Un caffè con Alda Merini” è viaggio, dunque, nella costruzione dell’identità di una ragazzina che passando dall’adolescenza si fa donna alle prese con turbamenti e contraddizioni tra l’urgenza di mostrarsi autentica e la necessità di render conto alle bigotte aspettative sociali del tempo.
Molto apprezzata dal numeroso pubblico presente la vicenda interpretata da Riccardo Pieretti, Margherita Caravello e da Emanuela Caruso nel ruolo di Alda da giovane. Caruso ha saputo catturare l’attenzione di tutti nel seguire, uno dopo l’altro, i punti cruciali del percorso di costruzione dell’identità di una personalità talmente fuori dalle righe da assurgere, addirittura, al rango di poeta: dai tempi della scuola ai primi impieghi, dalla vocazione poetica alla ricerca d’un amore purché autentico, dalle incomprensioni con i genitori ai primi consulti con filosofi e, ahimè, anche psichiatri.
La narrazione sapientemente sintetizza e percorre anni e anni per concludersi nella sera antecedente a quella che, con la sua prima apparizione televisiva, è stata una sorta di consacrazione permanente.
“Un caffè con Alda Merini – L’inizio della storia” fa parte del cartellone di spettacoli della stagione 2024- 20205 del Teatro Vertigo.
Di e con Margherita Caravello e con Emanuela Caruso nel ruolo di Alda Merini giovane, Riccardo Pieretti in tutti i ruoli maschili e alla chitarra.
Aiuto regia: Andrea De Luca.
Organizzazione: Elisa Picotti, Laura Alferi e Rosanna Pagliaro.
Una produzione di APS Anna Magnani – Roma.
Articolo di Glauco Fallani