LIVORNO – “Tu chiamale se vuoi: emozioni!” cantava l’indimenticato Lucio Battisti sulle parole di Mogol. Immergersi nelle forme e nei colori di tre generazioni di pittori, tra il figurativo e l’astratto, ma anche tra teche contenenti libri, dépliant, cataloghi e oggetti vari, è un’esperienza immersiva nell’arte e nella bellezza che provoca una specie di vertigine piacevole nella quale perdersi.
Molta gente si è recata sabato 9 novembre alla Galleria d’Arte Athena in Via di Franco 17/19 per l’inaugurazione di una splendida mostra d’arte dedicata esclusivamente a tre illustri artisti labronici che sono poi una famiglia: Ferruccio Rontini (1893-1964), Giulio Rontini da Vicchio (1925-2004) e Feron nome d’arte di Ferruccio Rontini Junior (1963-1994), nipote di Ferruccio Rontini e figlio di Giulio da Vicchio.
Tra la folla era presente anche il sindaco Luca Salvetti che si è intrattenuto con la curatrice della mostra Alessandra Rontini, critica d’arte. La mostra si protrarrà fino al 25 novembre.
È l’occasione per mettere a confronto tre generazioni di pittura, e quello che salta all’occhio anche a chi non è esperto, è la forte differenza tra gli stili dei Rontini, tra nonno e padre, e ancor più, con quella di Feron; i primi due rigorosamente figurativi, Feron astratto come a voler staccarsi e cercare una propria strada, interrotta solo dalla precoce scomparsa.
“Sessanta Venti Trenta”: il significato
Alessandra Rontini spiega il significato del nome della mostra: “Sessanta Venti Trenta”; si riferisce appunto alle date e alle età nelle quali i tre rispettivi artisti hanno lasciato questa vita: Ferruccio Rontini 1964, Giulio da Vicchio 2004, Ferruccio Rontini jr, 1994 (a soli 31 anni).
Galleria fotografica
Rontini: il percorso della mostra
I dipinti dei tre pittori sono sparsi per lo spazio espositivo e si confondono tra loro, ma gli stili sono riconoscibili.
Ferruccio Rotini
Ferruccio Rontini ha un’iniziale formazione macchiaiola dalla quale si evolverà a partire dagli anni Quaranta. Nei suoi dipinti prevalgono naturalismo, paesaggi, scene di vita quotidiana, la campagna, con colori a volte tendenzialmente cupi, momenti mesti, fatica contadina, le rappresentazioni della natura e dei momenti di vita rurali, sono intrisi di un velo di malinconia.
Con il passare del tempo l’esperienza di vita e la ricerca artistica del pittore, lo porteranno ad elaborare una nuova visione della pittura: da una pittura fatta di pennellate larghe quasi monocromatiche, passa essenzialmente ad una concezione artistica più riposata e più ampia aumentando le variazioni cromatiche della sua tavolozza, riuscendo a “giocare” attraverso contrasti di luce e colore.
Il mutamento tecnico-pittorico di Ferruccio Rontini non deve mai essere concepito come il rinnegamento di un passato. Nel 1920 fu tra i fondatori del celebre Gruppo Labronico e nel 2018 è stata dedicata a Livorno una strada a suo nome.
Giulio da Vicchio
Nei dipinti del figlio, Giulio da Vicchio, è evidente l’ispirazione iniziale dal padre, con raffigurazioni di vallate, di greggi o anche di marine e scogliere, tutti dipinti tecnicamente ottimi nei quali però, suo malgrado, era evidente la naturale influenza del suo maestro, fino a quando nel 1948 dipinge l’opera “Nell’intimità dello studio di mio padre”; da “quel dipinto” in poi si evidenziò maggiormente nella tecnica del giovane, da Vicchio, un cambiamento stilistico, un carattere più originale.
Al mio occhio amante dell’arte ma non certo di critico, l’impressione è che il colore di Giulio da Vicchio sia più brillante, cercando anche di dipingere soggetti diversi, come immagini raffiguranti le genti e le città da lui visitate. Diverso è anche il modo di stendere il colore.
Feron
Ancora più distaccato è lo stile di Feron; se in un primo momento egli seguì le orme degli artisti che lo avevano preceduto, svolgendo una pittura figurativa e firmandosi con lo pseudonimo di Ferruccio di Giulio, presto si “sgancia” da ogni vincolo oggettivo e figurativo e trova finalmente la sua vera vena artistica con la pittura astratta firmandosi Feron.
Se accennavo a un colore più brillante di Giulio da Vicchio rispetto al padre, il nipote ricorre addirittura a colori forti, praticamente fosforescenti. Le opere di Feron sono – impressione personale – psichedeliche, modernissime, un’esplosione di cromatismi e di “ondate” di pittura.
È una mostra che consiglio vivamente di andare a vedere, perché le opere dei Rontini sono di straordinaria bellezza.
Informazioni e contatti
Galleria d’Arte Athena – Via di Franco 17/19. Ingresso libero.
Tel e Fax 0386-897096 – www.galleriaathena.it – info@galleriaathena.it.
Orario: dal lunedì al sabato 9.00-12.13 e 16.30-19.30. Domenica chiuso.
Articolo di Gianluca Donati