Poesia e riflessioni sul tempo nel nuovo libro di Roberto Veracini

Una raccolta di opere dallo stile franco e autentico, che sfida il lettore

poesia: uscito in nuovo libro di Roberto Veracini
Roberto Veracini

VOLTERRA – È uscita per la casa editrice La vita Felice, “Ma d’ogni cosa resta un poco“, ultima raccolta poetica del volterrano Roberto Veracini.

Un viaggio tra le contraddizioni della società

Con il suo nuovo libro Roberto Veracini ci fa partecipi di un viaggio affascinante e complesso che esplora le pieghe più intime della memoria e le contraddizioni di una società sempre più anonima e meno umana.

Il titolo dell’opera, tratto da un verso della poesia di Drummond de Andrade, tradotto da Antonio Tabucchi, diventa la chiave di un lavoro che si fa portatore di riflessioni sul tempo, l’esistenza, la contemporaneità e allo stesso modo interroga la natura più personale e intima dell’autore.

Obiettivo: fissare le piccole esperienze

Obiettivo del libro è quello di raccogliere e fissare ciò che nella sua vita ha lasciato un segno, con un’attenzione particolare alle piccole, a volte invisibili, esperienze che hanno avuto un peso fondamentale nella sua formazione di uomo e poeta.

“Ma d’ogni cosa resta un poco“ è un album della memoria

La poesia di Roberto Veracini diventa così una sorta di album della memoria, un percorso che attraversa le figure più significative della sua vita e quelle che hanno forgiato la sua visione del mondo: maestri, amici, amori, esperienze politiche e luoghi significativi, come Volterra e il mare, che appaiono come veri e propri fari che hanno illuminato e segnato il cammino dell’autore.

Roberto Veracini e il tempo

Uno degli aspetti salienti della raccolta poetica di Roberto Veracini è infatti proprio l’interazione tra presente e passato, tra vivi e morti, in un continuo flusso temporale che non soffre barriere di tempo e di spazio.

La riflessione sul tempo, che “affascina e sgomenta” l’autore, permea tutto il libro: le presenze del passato, sebbene lontane fisicamente, continuano a vivere nella memoria, influenzando pensieri e azioni del presente. È un tempo che non si ferma, ma che si reinventa nella poesia, intesa come uno strumento privilegiato per comprendere la realtà in tutta la sua profondità, una dimensione che l’autore sa esplorare con una sensibilità rara, capace di trasformare anche la malinconia più cupa in una forza vitale capace di aprirsi a nuove possibilità e affrontare con nuova fiducia il futuro.

La poesia come ricerca costante di senso

La poesia di Roberto Veracini diventa la chiave privilegiata di interpretazione dell’esistenza e non è un caso che in un passaggio significativo del libro, l’autore la definisca come una ricerca costante di senso, una sorta di interrogazione continua, che non si accontenta di risposte semplici o banali.

L’assenza di certezze, la consapevolezza di nuotare “in mare aperto, sapendo — forse — di non saper nuotare” definisce il tono di un libro che non cerca risposte, piuttosto la possibilità di domandare, lasciando il lettore libero di navigare a largo insieme alle sue incertezze.

“Ma d’ogni cosa resta un poco” si rivela quindi come una delle opere più importanti di Roberto Veracini, un libro che non solo incanta per la sua capacità di esplorare a fondo l’animo umano, ma che si fa anche critica e riflessione sulla realtà contemporanea.

Roberto Veracini invita il lettore a riflettere

La scrittura, che, specie nell’ultima sezione del libro, mescola sapientemente prosa e poesia, non si limita ad un viaggio introspettivo ma si fa anche potente strumento di interrogazione sociale e politica. Il risultato è una raccolta che travalica i confini del personale per aprirsi a una riflessione universale, invitando il lettore a confrontarsi con se stesso e con la società che lo circonda, senza mai smettere di cercare la verità che si nasconde dietro l’apparenza delle cose.

Un libro franco ed autentico quindi, una poesia che punta dritta al senso delle cose, che mette in discussione direttamente le nostre vite e ha il coraggio di sfidare il lettore chiamandolo a riflettere sulla società contemporanea, sulla vita e su se stesso.

Di Marco Ferrucci

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