Paride Bianco e la Poetica della Materia: la pittura memoria vivente

Alla Galleria Fidanda, viaggio sensoriale e filosofico nell’opera del Maestro

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Paride Bianco vicino una delle sue opere. Foto: Cristian Andreini/Ilaria Baglini

LIVORNO – C’è tempo ancora fino al 29 marzo per ammirare la mostra di Paride BiancoPoetica della Materia“. Un titolo evocativo che già suggerisce il tono dell’intera esposizione: la materia pittorica, sotto le mani dell’artista, si fa linguaggio, memoria, esperienza sensoriale.

La mostra è ospitata nella Galleria d’Arte Fidanda, nel cuore del quartiere Venezia a Livorno, tra canali e palazzi ottocenteschi.

Curata dall’architetto Eleonora Sassoli e dalla scrittrice e critica d’arte Giuliana Donzello, la mostra è concepita come un percorso per trittici, in cui gruppi di tre opere dialogano tra loro per assonanze cromatiche e affinità concettuali. L’intento è chiaro: restituire l’unità profonda di una ricerca pittorica che attraversa decenni senza perdere coerenza, pur evolvendosi nel tempo.

Foto: Ilaria Baglini

Paride Bianco e l’arte pittorica

Paride Bianco, nato a Martellago (Venezia) nel 1944, si forma all’Accademia di Belle Arti della sua città, ma ben presto si emancipa dalle convenzioni accademiche.

A Milano, negli anni Settanta, matura una propria poetica, legata all’indagine sulla materia e sulla traccia: il calco, il frottage, l’ostatismo – tecnica da lui stesso elaborata nel 1986 – diventano strumenti per fissare il tempo, per registrare la memoria nel gesto pittorico.

Non è un caso che tra le sue influenze figurino filosofi come Chomsky, Benjamin e Popper: il suo è un linguaggio pittorico che riflette sul mondo, sul tempo che scorre e sulla possibilità – o impossibilità – di trattenerlo.

Foto: Ilaria Baglini

“Poetica della Materia”: una mostra in sei movimenti

La mostra di Paride Bianco “Poetica della Materia” si struttura in sei sezioni, ognuna composta da un trittico. Ogni sezione è un universo a sé, ma legata alle altre da un invisibile filo narrativo che percorre l’intera poetica dell’artista.

Si parte da I Canti del Blu, dove il colore diventa meditazione e sospensione, per poi attraversare Il fuoco del mito, in cui le passioni ancestrali si materializzano in rossi incandescenti. Seguono le terre di Radici del segno, le assenze palpabili di Ombre e presenze, fino al caos colorato e musicale di Armonia del caos. Il percorso si chiude con Il segno come musica, in cui gesto e ritmo si fondono in una danza visiva.

Foto: Ilaria Baglini

Una galleria tra tradizione e avanguardia

Fondata nel 2022 da Giacomo Fidanzi e Andrea Giomi, la Galleria Fidanda si conferma un importante punto di riferimento per l’arte contemporanea a Livorno. Con la mostra di Paride Bianco, la galleria rafforza il proprio impegno a sostenere una visione dell’arte che non teme la profondità concettuale né la sperimentazione tecnica.

Foto: Ilaria Baglini

La pittura come esperienza

Visitare “Poetica della Materia” significa lasciarsi trasportare da un’arte che non vuole decorare, ma interrogare. Ogni opera è una soglia, una superficie su cui si depositano tempo, pensiero, memoria.

In un’epoca che tende all’effimero, il lavoro di Paride Bianco ci ricorda che la pittura può ancora essere conoscenza, poesia, riflessione. La materia, nelle sue mani, non è mai inerte: è viva, parlante, trasformativa. È, in definitiva, una forma di resistenza al silenzio.

Articolo di Cristian Andreini. Fotografie di Ilaria Baglini