Ironia e verità: Geppi Cucciari racconta le mille sfumature di essere donna

L’attrice si avventura con profondità in argomenti poco noti

geppi cucciari in perfetta
Geppi Cucciari

LIVORNO – Se “Perfetta”, il lungo monologo della brava Geppi Cucciari, andato in scena domenica 15 dicembre al Goldoni ha dei meriti, lo si deve prima di tutto al suo autore e regista Mattia Torre, troppo presto scomparso, che con grande sensibilità e intelligenza, ha messo al centro il ciclo femminile, argomento tabù non solo in teatro, ma in tutta la letteratura.

Gli eufemismi per non dire ciclo mestruale

“Mar Rosso”, “La settimana dello squalo”, ”Sono arrivati i pittori”, “Le mie cose” ecc…, tutti eufemismi delicati per dire “Ho le mestruazioni!”. L’imperatrice Maria Teresa d’Austria, per informarsi del ciclo delle sue numerose figlie sposate con principi di mezza Europa, chiedeva nelle sue lettere se era arrivato “il conte di Hofburg”, sperando che in assenza del nobile ospite, si fosse messa in moto un’auspicata gravidanza! Già, il ciclo mestruale, croce e delizia delle donne, tanto da renderle languide, passionali, aggressive.

“Perfetta” infatti racconta le quattro settimane legate alle fasi lunari che condizionano il corpo e lo stato d’animo che ogni femmina vive da sempre, 35 anni di umori alterni nella totale indifferenza degli uomini che stanno loro intorno e che ne sanno pochissimo, dice Mattia Torre, sempre uguali, prevedibili, lineari, monotoni se vogliamo, lontani dai comportamenti imprevedibili delle loro donne.

Ironia e verità con Geppi Cucciari

Geppi Cucciari, bravissima e coraggiosa, sola sul palco spoglio, confortata solo da fondali luminosi che cambiavano secondo il suo umore, ha recitato per 70 minuti e ha narrato il percorso mensile di una donna, madre, moglie, lavoratrice; giornate identiche nei ritmi ma diverse nella loro percezione, perché le quattro fasi del ciclo cambiano le sensazioni, le reazioni, le emozioni della protagonista.

Chi si aspettava uno spettacolo comico dato il curriculum di Geppi Cucciari, sarà rimasto deluso, perché l’attrice si avventura con profondità in argomenti poco noti, raccontando la quotidianità con malinconia, facendo ridere ma soprattutto facendo riflettere il pubblico presente: si parla infatti con semplicità delle mille sfumature di una donna fertile, perché l’ovulazione e le sue dinamiche sono una rivoluzione, tutta al femminile a cui l’uomo, distratto spettatore, può solo assistere o diventare coprotagonista della soluzione finale.

Quello che le donne non dicono

Un monologo nel quale convivono ironia e riflessioni amare e profonde nel ricercare una consapevolezza di cui sembra esserci un gran bisogno. Ecco servito sul palco del Goldoni ”Quello che le donne non dicono”, parafrasando Fiorella Mannoia ma anche “Quello che gli uomini non sanno” ed è in gran peccato!

Articolo di Simonetta Del Cittadino