
LIVORNO – Tris d’assi ieri, 17 gennaio, al Goldoni e come diceva Neil Simon “dove c’è talento non c’è vecchiaia”, una frase che sembra coniata apposta per i suoi “Ragazzi irresistibili” e andata in scena con grande successo.
Sul palco due grandissimi attori, due veri maestri: Umberto Orsini che ha attraversato da protagonista tutto il teatro italiano e Franco Branciaroli (chi non si ricorda la sua personalissima Medea?), diretti da Massimo Popolizio che presta anche la sua voce registrata. Insomma il meglio del meglio!
“I Ragazzi Irresistibili”
“I ragazzi irresistibili” è un omaggio al mondo degli attori, alle loro piccole manie e alle loro tragiche miserie: Willy e Al si ritrovano insieme dopo tanti anni per un ultimo spettacolo, ma i vecchi rancori riaffiorano e sono il pretesto per un percorso di geniale comicità ma anche di profonda malinconia: le esilaranti battute a raffica celano uno sguardo di profonda tenerezza per il mondo del teatro che vede i suoi protagonisti avviati verso un inesorabile “fin de partie”!
Infatti c’è molto Beckett in questa pièce, soprattutto nella gestualità e nella recitazione a volte esasperata di Branciaroli, affiancato da Orsini, solo apparentemente più conciliante che mostra con una incredibile varietà di toni e registri vocali, l’ineluttabilità del loro destino, che poi è il destino di noi tutti.

Ecco, finalmente uno spettacolo che si “sente” fino all’ultima fila, di cui si percepiscono le pause, i tempi perfetti, dove gli attori, non viziati dal cinema, rimettono in scena la potenza del teatro e dei suoi protagonisti e questo è anche il merito di Massimo Popolizio, il Conte Monaldo nel Leopardi di Martone, che lascia loro l’autonomia che meritano perché quando si lavora con dei “mostri-maestri” sacri, il regista non impone, ma coordina.
Anche gli altri interpreti sono stati validi e credibili, Flavio Francucci, nella parte del nipote-manager di Willy, Chiara Stoppa, Eros Pascale ed Emanuela Saccardi.
Insomma certe serate ci riconciliano col teatro e la sua funzione, il rito collettivo che connette le persone tra di loro e le aiuta a comprendere le emozioni proprie e altrui, rendendole maggiormente empatiche. Alla prossima!
Articolo di Simonetta Del Cittadino