
LIVORNO – Dario Ballantini lascia un segno importante nella sua città con la mostra personale che si è conclusa ieri, 30 maggio. Grazie all’ottimo riscontro ottenuto, l’esposizione era stata prolungata negli spazi di Castagneto Banca 1910, in via Rossini.
Leggi qui la recensione alla mostra nel giorno dell’inaugurazione.
Una carriera lunga 45 anni
Ben 35 opere particolarmente significative selezionate dal curatore della rassegna Michele Pierleoni per conto della “Castagneto Banca”. Opere atte ad accompagnare le numerosissime persone che hanno avuto modo di vederle in un percorso interessante dipanato attraverso 45 anni di carriera.

Il percorso della mostra parte dagli albori, durante i quali il giovanissimo Ballantini era ancora un liceale allievo tra gli altri di Giancarlo Cocchia.
Si arriva fino all’anno scorso e per la prima volta, in una delle sue opere espressioniste e intrise di un ermetismo arroccato nell’indagare le fragili condizioni di un’umanità alla perenne ricerca di “qualcosa”, si è presentato e si intravede il mare.
Segno certo dell’identità profonda di un Artista legato alle sue origini anche se chiamato dalla vita a vivere a lungo in altri luoghi. Uno scorcio di mare notturno ma non cupo, arricchito dai riflessi della luna in un quadro “Corrispondenza” di grandi dimensioni (160×200) dimostratosi capace di rompere gli schemi.

Tra le tante opere presenti ce n’è pure un’altra che per la sua rigorosa costruzione compositiva mi ha colpito particolarmente e mi piace qua segnalare. Questa volta si tratta di un’opera molto piccola “Senza titolo13” una tecnica mista (21×29,5) su carta.

Sgarbi e Achille Bonito Oliva
Durante la breve cerimonia di “finissage” c’è stata una proiezione nella quale prima Vittorio Sgarbi e poi Achille Bonito Oliva hanno espresso apprezzamenti ampiamente positivi sulla ricerca artistica di Ballantini. In conclusione il bravo pittore livornese, sempre più cantore della periferia dell’esistenza si è intrattenuto con i numerosi presenti per ricevere e scambiare opinioni.
Galleria fotografica
Articolo e fotografie di Glauco Fallani