
LIVORNO – Grande folla ieri sera, venerdì 13, per il debutto assoluto di “Barontini” in Fortezza Nuova. Il monologo ha registrato il tutto esaurito, nonostante i posti a sedere fossero tanti prevedendo molta partecipazione di pubblico, gli spettatori hanno dovuto seguire l’evento restando in piedi.
Lo spettacolo a ingresso libero ha visto come mattatore unico Michele Crestacci, con la direzione di Alessandro Brucioni che ha anche curato le musiche originali.
La coppia Crestacci-Brucioni ha più volte regalato al pubblico la storia di grandi personaggi livornesi: Caproni, Mascagni, Modigliani, Picchi. Nella bella cornice della Fortezza Nuova i due hanno voluto proporre un nuovo spettacolo, dedicato a Barontini. Si ricorda che oggi, 14 giugno, le celebrazioni proseguono con tutto il programma dedicato alla Coppa Barontini.
Il ricordo di Ilio Barontini
Pochi giorni fa veniva commemorato il ricordo della scomparsa del carismatico segretario del Partito Comunista Italiano Enrico Berlinguer deceduto l’11 giugno 1984. Il Partito Comunista Italiano fu fondato a Livorno il 21 gennaio del 1921 da una scissione dal socialismo riformista. Personaggio di spicco di questa scissione fu Ilio ”Dario” Barontini, figura importante della Sinistra rivoluzionaria labronica.
Lo spettacolo di ieri, venerdì 13, (la data non era delle migliori per i superstiziosi) ha visto il sostegno di Regione Toscana Teatro Goldoni e Hangar Creativi. Grazie all’impegno dell’Associazione Ilio Dario Barontini e alla collaborazione tra Fortezza Nuova e Comune di Livorno.
Michele Crestacci mattatore irresistibile
Ma il venerdì 13 ha avuto qualche effetto: ci ha scherzato su Crestacci. Infatti appena salito sul palco con un piccolo microfono attaccato alla camicia ha avuto problemi con l’audio. Crestacci se n’è accorto e all’inizio ha dovuto dilungarsi, ripetendo più volte le battute, guadagnando tempo e improvvisando, insomma, cavandosela “col mestiere”. Il problema è proseguito per i primissimi minuti dello spettacolo.
L’attore ha avuto l’abilità di trasformare l’inconveniente in un motivo di ilarità che ha divertito il pubblico che lo ha applaudito. Finché il tecnico del suono, avvicinandosi al palco, ha consigliato a Crestacci di liberarsi del microfono e prendere un “gelato”. E così ha dovuto fare tutto lo show con il microfono in mano.
Trattandosi di uno spettacolo di Crestacci, la formula è ben collaudata e ha puntato su due alternanze che si sono intrecciate tra loro: la prima è stata il passaggio continuo tra momenti comici e momenti drammatici, la seconda, i continui salti temporali tra passato e presente. La ricostruzione storica della vita personale e politica di Ilio “Dario” Barontini, si è intramezzata con dei raffronti col presente.
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Di Glauco Fallani
Tanti applausi e risate per “Barontini”
Grazie a un testo perfetto, lo spettacolo ha messo a confronto le generazioni del passato animate da passione ideale e politica, con un presente di disimpegno e individualismo, e disillusione politica. Molte le risate nei momenti comici, e gli applausi a scena aperta. Ci sono stati anche altri imprevisti come un grosso insetto che è misteriosamente precipitato sul palco alla parola “rivoluzione” e Crestacci, pronto, ci ha improvvisato una battuta.
Verso la parte finale dello spettacolo, Crestacci si è fermato, ha ripreso fiato e ha scherzato col pubblico dicendo che non si ricordava più il resto del copione. Il pubblico ha riso a crepapelle e ha lungamente applaudito l’attore.
Il finale carico di emozioni
Ma l’applauso più lungo e meritatissimo, è stato poco prima della conclusione del monologo, che l’attore livornese non ha recitato a memoria, ma ha letto su un leggio. E stata la parte più drammatica del copione che ha descritto la lotta partigiana di Barontini e degli altri protagonisti della Resistenza, contro il fascismo e il nazismo. Qui Crestacci, per esigenze drammaturgiche, ha letto il copione a voce sempre più forte, con un ritmo velocissimo, incalzante, mentre una musica drammatica lo ha accompagnato. Al termine di questa parte è esploso un lungo applauso e grida di complimenti.
Poco dopo quel momento, c’è stato il finale in cui il testo idealmente si è ricollegato con l’inizio. Applauso lunghissimo e grida di approvazione al congedo di Crestacci dal pubblico.
A conclusione dello spettacolo sono saliti sul palco l’assessore alla cultura Angela Rafanelli e Lenny Bottai, presidente dell’associazione Ilio “Dario” Barontini. Insomma, uno spettacolo molto bello, sia per la bravura di Crestacci che per la profondità del testo.
Di Gianluca Donati