
LIVORNO – Alessia Cespuglio sul palco del Teatro Goldoni traccia un pezzo di storia italiana attraverso il vissuto di una famiglia livornese.
“Dovrei sapere perché“, andato in scena ieri sera, 29 aprile, è un racconto familiare, a tratti divertente, a tratti drammatico. Un racconto intimo e corale dal quale emerge l’Italia dagli anni ’60 fino al 2000 vista attraverso gli occhi di Marta e della sua famiglia.
Uno spaccato d’Italia
La vita di questa famiglia livornese parte dalla Guglia per arrivare a La Rosa. Marta è la più piccola, poi c’è Nando e infine Magda, il loro vissuto si intreccia con fatti storici che hanno unito e spaccato l’Italia.
Marta e i suoi vivono in prima persona queste pagine italiane: la nascita di Lotta Continua, l’approvazione della legge sul divorzio e sull’aborto, il colpo di stato in Cile, il Comunismo, le rivolte dei giovani studenti, le lotte operaie, il femminismo, le Brigate Rosse e la strage di Ustica.
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Foto: Glauco Fallani.
La ricerca di un futuro migliore
Alessia Cespuglio sul palco del Goldoni, parte da una storia che è quella di tante famiglie livornesi e italiane degli anni ’60, persone semplici che sognano un futuro migliore: una casa più grande, magari in un quartiere più bello, la possibilità di mandare i figli all’università. Unisce realtà e fantasia, aggiungendo emozioni vive: rabbia, dolore, felicità.
In “Dovrei sapere perché” si parla della droga che negli anni ’70-’80 causò tante morti tra i giovani e di cui oggi quasi non si parla più, dell’impegno politico delle donne negli anni ’70, del loro voler emergere e fare sentire la loro voce. Si parla dei traguardi fondamentali di libertà raggiunti nel nostro paese: la legge sul divorzio e quella sull’aborto. Tutto questo viene vissuto da Marta, dai fratelli Nando e Magda, dalla mamma e dal babbo mentre sullo sfondo c’è Livorno, le estati calde, il mare del Romito.
Sul palco del Goldoni c’è solo Alessia Cespuglio che, con maestria, tiene incollato il pubblico alle sedie per quasi due ore. Ad accompagnarla la chitarra elettrica di Antonio Ghezzani. La regia di Francesco Niccolini, che si è occupato anche dell’adattamento teatrale, e Adalgisa Vavassori. Questo spettacolo è stato promosso da Socrem.
La memoria collettiva di un paese
Con “Dovrei sapere perché”, Alessia Cespuglio non offre soltanto uno spettacolo, ma un tuffo emotivo nella memoria collettiva di un Paese, attraverso la lente limpida e disarmante del quotidiano.
Marta, Nando, Magda non sono solo personaggi: sono frammenti di tutti noi, figli e figlie di un’Italia che ha lottato, sognato, sofferto e cambiato. La voce sola di Alessia Cespuglio sul palco diventa coro di una generazione intera che ha vissuto quegli anni e il teatro come accade nei momenti migliori si fa specchio, eco e coscienza. Il risultato a fine spettacolo, è un lungo applauso che il pubblico regala soddisfatto all’attrice.
Uscendo dal Goldoni, resta nella mente una domanda non da poco: quanto di quella storia ci portiamo ancora addosso, e quanto abbiamo davvero capito di ciò che siamo stati?
Di Valeria Cappelletti